Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/455

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TERZO I097 Giangaleazzo Alaria Sforza con Isabella d1 Aragona; nel secondo scritto nel 1491 quelle di Lodovico il Moro con Beatrice d’Este, e di Alfonso d’Este con Anna nipote di Lodovico; nel terzo scritto nel 1494 quelle dell’impcrador Massimiliano con Bianca sorella del duca Giangaleazzo Maria. Questa Storia, come si è accennato, è una delle migliori che abbiamo fra le scritte a que’ tempi, e la critica è assai più esatta che non potrebbe sperarsi. Lo stile ancora ne è elegante e grave; e io sono ben lungi dal sentimento del Clerc, il quale dice (Bibl. choisie, t. 5, p. 22) che il Calchi scrive men bene del Merula. Ei fu avuto in gran pregio non solo dagli Sforzeschi, ma ancora dal re di Francia Luigi XII, da cui fu,scelto a suo segretario, come pruova il Puricelli nella prefazione premessa a’ due succennati libri; il qual dimostra ancora che il Calchi morì tra ’1 1007 e il 15i(3, benché non si possa precisamente determinare in qual anno. Alcune altre operette ne annovera 1 Argelati (Bibl. Script, mediol. t. 1, pars 2, p. 427), ej fra le altre, l’edizione che a lui dobbiamo dell’operetta di Censorino intorno al*Dì natalizio, ch’ei pubblicò l’anno 1503. Due lettere a lui scritte dal Poliziano (l. 4, ep. 5,6) ci fan vedere eli’ ei dileltavasi di andar ricercando gli antichi autori, e che godeva l’amicizia di quell’elegante scrittore, di cui infatti era ben degno. LVI. Nulla meno fecondo di memorabili avvenimenti fu il regno di Napoli, e nulla perciò minore fu il numero dei valorosi storici