Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/461

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TERZO 1 (03 ei dice clic per quindici anni si è andato aggirando per le università più famose d’Italia: Fapia enim, Placentia, Bononia, Fatavi uni, nos ternis lustris his artibus disciplini sepie dcditos viderunL Or s’ei venne in Italia nel 1420, i tre lustri ci conducono appunto al 1435. Egli d’allora in poi seguillo costantemente in tutti i viaggi e in tutte le guerre, e fu carissimo a (quel sovrano , da cui ancora fu ascritto alla nobiltà napoletana e al Seggio di Nido, arricchito di beni e di una dilettevole villa da lui detta Sisia, e onorato con ragguardevoli impieghi e con frequenti ambasciate. Di queste ci fanno testimonianza le diverse orazioni che ne abbiamo alle stampe, le quali ce lo mostrano ambasciatore d’Alfonso a’ Genovesi, a’ Veneziani, alfimperador Federigo III e ad altri principi. Morto il re Alfonso l’anno 1.408, nulla meno ei fu caro al re Ferdinando di lui figliuolo e successore, a cui pure servì nell’impiego di segretario e di consigliere. Giunto finalmente all’età di setlantasette anni finì di vivere in Napoli a’ 6 di gennaio del 1471 O* (*) Dopo la pubblicazione di questo tomo mi è riuscito di aver copia della rara edizione delle Lettere del Panormita stampate in Venezia nel 1553. Da esse molte altre particolarità ho raccolte della vita del loro autore, delle quali io accennerò qui le più importanti. Egli ebbe a moglie Laura Arcelli napoletana , e perciò a Francesco di lei fratello indirizzò la prima parte delle Lettere stesse, che contien quelle da lui scritte, mentre era al servigio del duca Filippo Maria Visconti. Era stato qualche tempo studiando in Bologna e in Siena, e indi passò a Pavia •, perciocché egli giunto a questa città scrive che da quelle altre due città aspettava i