Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/473

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TERZO I I l5 Lecce, ove visse per alcuni anni, fondò egli pure un’accademia a imitazione di quella che il Panormita e il Pontano aveano formato in Napoli, e di cui egli ancora era membro. Il favore però de’ principi, e la stima dei dotti, di cui godeva, nol sottrasse agli incomodi della povertà, a’ quali innoltre si aggiunsero e le malattie, singolarmente della podagra, a cui era soggetto, e le sventure che sostener gli convenne in occasion delle guerre onde quel regno fu travagliato, e più ancora la cattività in cui cadde, preso dai corsari circa il 1504, e tenuto da essi per qualche tempo prigione. Morì in Lecce in età di settantatrè anni a’ 22 di novembre del 1517; uomo d’ingegno e d’erudizione non ordinaria, unì in se stesso gli studj della filosofia, della medicina, dell’antichità, della storia, della poesia. Abbiamo altrove veduto quai saggi ci abbia egli lasciati del suo sapere nelle quistioni filosofiche; e a ciò che allora abbiam detto, deesi aggiugnere il trattato Del nascimento e della natura di tutte le cose,’ clic, essendosi egli l’anno 1502 recato in Francia per trovare il suo re Federigo ivi Scrisse in lingua francese, e che conservasi ancora manoscritto in lingua italiana in Taviano presso la famiglia de’ Franchi signora di quel luogo , come affermasi dal Pollidori. V uolsi ancora eli’ ei fosse de’ primi a formai’ ancor dice che aveane ricevuti elogi c bcneficii, e che sperava di riceverne ancor de’ maggiori. Del Galateo si possono ancor vedere le copiose notizie che ci ha date il sig. Fnmccscautonio Soria (Storici tw/jol. t. t, p. 254).