Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/472

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1U4» LIBRO de’ Letler. saientini, par. i, p. 34), poscia ancor più esattamente il signor GianibaLista Pollidori (Calog. Racc. L 9, p. 293), e finalmente, oltre alLri scrittori napoletani, ne ha ragionato ancora il celebre Apostolo Zeno (Diss. voss. t 2, p. 2185), e basterammi perciò il dirne sol brevemente. Antonio figliuol di Pietro Ferrari e di Giovanna di Alessandro, e nato nel 1444 dopo fatti i primi suoi studj in Nardò, passò a Ferrara, ove sotto la direzione di Niccolò Leoniceno e di Girolamo Castelli voltosi alla medicina, ne prese solennemente la laurea. Recatosi poscia a Napoli, fu in molta stima presso il re Ferdinando I, e gli altri che gli succederono, da’ quali fu scelto a lor medico, e fu non men caro per la sua erudizione al Sanazzaro, al Pontano e agli altri uomini dotti che in gran copia fiorivano in quella città (a). In (a) Il sig. D. Baldassarre Papadia di Lecce, da me più altre volte lodato, mi ha trasmesse alcune altre notizie intorno alla vita del Galateo da lui raccolte singolarmente da due opuscoli inediti di questo illustre scrittore, uno sul Pater Noster, l’altro intitolato De inutilità te Literarum ad Belisarium Aquavivam. Nel fi rimo ci dice di esser disceso da’ preti greci dotti nella lor lingua non meno che nella latina. Nel secondo narra con qual cortesia fosse egli accolto in Roma dal Cardinal Giovanni de’ Medici, che fu poi Leon X, e come egli gli mostrasse la ricca biblioteca che ivi aveva. Fa ancora in esso grandi elogi del re di Napoli Alfonso II che dal Giannone ci si descrive come poco curante delle lettere e de’ letterati (Stor. civ. di Nap. t. 3 , l. 28, c. 11), e afferma che, benchè egli non fosse molto versato nella letteratura, amava nondimeno e favoriva gli uomini dotti, e molti ne annovera che da lui erano stati magnificamente premiati; e di se stesso