Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/507

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TERZO | successore del Poliziano nella scuola di eloquenza; che ne imitò ancora i disonesti amori, e che questi gli furono occasione d’immatura morte; perciocchè in un troppo geniale convito, gitta togli addosso un secchio di acqua fredda, pochi giorni appresso morì, non compiti ancora i quarant’anni. Io non so quanta fede si meriti in questo racconto il Giovio, che molte cose ei narra non ben fondate, o inventate a capriccio; e mi sembra strano che nulla di ciò si accenni da Giampierio Valeriano, vicino esso ancora a que’ tempi, il quale avendo studiosamente raccolte tutte le morti infelici de’ letterati , di questa non fa parola. Chechessia di ciò, abbiam del Crinito venticinque libri da lui intitolati de honesta disciplina, ne’ quali a somiglianza di Aulo Gallio tratta di varie erudite questioni, ove però fra molte cose utili e dotte molte ne ha ridicole e favolose. Ma ciò che qui dobbiamo considerare, è l’altra opera che va ad essa congiunta, cioè la Storia de’ Poeti latini in cinque libri divisa , che cominciando da Livio Andronico giunge fino a Sidonio Apollinare. Essa non è nè copiosa nè esatta molto; ma essendo la prima in questo genere, ha meritata non poca lode al suo autore. Ne abbiamo ancora molte poesie latine, e più altre opere si apparecchiava egli a comporre, se la morte non l’avesse sorpreso, di che veggansi il P. Negri (Scritt. fiorent. p. 462) e il Fabricio (Bibl med. et inf. Latin, t. 1, p. 435). Del Tortelli parleremo più a lungo, ove tratteremo della lingua greca. Qui basti avvertire eh* egli scrisse Tiraboschi, Voi. Vili. 32