Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/560

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1 202 LIBRO l. j, pars 2, p. aoya) e dal Boernero. Gianpierio Valeriano (l. cit.) ragiona ancor di tre figli tutti infelici che ebbe Demetrio; Teofilo , mentre era professore in Pavia, assalito di notte nella pubblica strada e ucciso; Basilio giovane di grandissima aspettazione morto nel fior dell’età in Roma, ove Leone X l’aveva chiamato .a insegnare la lingua greca; una figlia per ultimo data in moglie a Giano Parrasio, di cui diremo nel secol seguente, e ancor essa travagliata dalla povertà e da più altre sventure.

XIX. Due Greci finalmente dell’antica e nobil famiglia de’ Lascari ebbe in questo secol l’Italia, Costantino e Giovanni. Ma il secondo visse ancor molt’anni al secol seguente, e noi perciò riserberemo ad altro tempo il parlarne. Costantino nato in Costantinopoli, e venuto i:i Italia dopo la rovina della sua patria, fu amorevolmente accolto dal duca Francesco Sforza. Avea questi una figlia sua primogenita di nome Ippolita, che in età di dieci anni l’anno 1455 promessa in isposa ad Alfonso, che poi fu re di Napoli secondo di questo nome, fu con lui maritata l’anno 1465, e della quale diremo altrove più a lungo. Volle il duca ch’ella frattanto fosse istruita nelle lettere greche e latine, e per le prime la confidò a Costantino, il quale per essa compose la sua Gramatica greca stampata poscia in Milano nel 14765 e che fu il primo libro che in tal lingua si stampasse in Italia. Dello studio da Ippolita fatto sotto tal direzione del Lascari parla Bonino Mombrizio in alcuni suoi versi pubblicati dal Sassi (Hist. typogr. mediol. p. 151). Alcuni scrittori, citati