Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/569

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TERZO I a | 1 impossibile che in un sol uomo si potessero tante cose congiungere felicemente. I primi anni della sua vita furon tutti rivolti agli studj, ch’ei fece parte in Verona sotto il vescovo Ermolao suo zio, e colla direzione ancora di Matteo Bosso canonico regolare, che dice gran cose dei lieti progressi che fin d’allora in essi egli fece (Epist. famil, sec. ep. 34) parte in Roma sotto Pomponio Leto, ove secondo alcuni in età di soli quattordici anni fu coronato poeta nel 1468 dalf imperador Federigo. parte in Padova , ove nel 1477 laureato nelle leggi e nella filosofia. In età di soli diciannove anni intraprese la version di Temistio, cui pubblicò sette anni appresso. Tornato in patria, e ammesso a’ consueti gradi d’onore, non perciò interruppe i suoi studj; e estendendo ancora le sue fatiche ad altrui giovamento, prese a spiegare privatamente in sua casa or Teocrito, or Demostene, or Aristotele; e il concorso ad udirlo si fece poscia sì numeroso, che quella casa parve cambiata in una solenne università. Cominciò indi in età di trentadue anni ad avere l’incarico di onorevoli ambasciate, inviato l’anno 1486 all’imperador Federigo in Bruges, da cui fu creato cavaliere, l’anno 1488 a Lodovico il Moro, e l’almo seguente mandato ambasciatore ordinario al pontefice Innocenzo VIII. Ma quest’ultimo onore gli fu occasione di non leggera amarezza. Morto nel 1,491 il Cardinal Marco Barbo patriarca d’Aquileia, il pontefice, che avea in molta stima Ermolao, lo destinò a quella chiesa e il Barbaro accettò il profertogli onore. Di cbe sdegnati!