Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/568

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1310 LIBRO il secondo da Apostolo Zeno {Diss. voss t. 2, p. 348, ec.), e sulla loro scorta ne ha ragionato più in breve il co. Mazzucchelli Scritt ital. t. 2, par. 1, p. 253, ec., 256.ec.) (a). 11 primo nato circa il 14 10 istruito nel greco da Guarin da Verona con sì felice successo, che in età di soli dodici anni tradusse in latino alcune favole d’Esopo, studiò poscia le leggi in Padova, e ne ottenne la laurea nel 1425. Eugenio IV il volle alla sua corte, e dichiarollo protonotario apostolico, donandogli ancora alcuni beneficj ecclesiastici. Ma perchè il pontefice, dopo avergli promesso il vescovado di Bergamo, il conferì a un altro, Ermolao abbandonò per qualche tempo la corte, e viaggiò per l’Italia, finchè tornato ad Eugenio ne ebbe nel 1443 il vescovado di Trevigi, benchè non senza gravi ostacoli frapposti dalla Repubblica. Trasferito nel 1453 alla chiesa di Verona, la resse fino al 1471 in cui finì di vivere in Venezia. Nulla se ne ha alle stampe, tranne qualche lettera, ma più opuscoli manoscritti se ne hanno in alcune biblioteche, e fra essi la traduzione della Vita di S. Atanasio scritta da Eusebio di Cesarea. Assai più celebre è il secondo, uomo in cui, se da una parte si abbia riguardo al breve tempo che visse, e alle cariche nelle quali fu occupato, e dall’altra alle opere e per numero e per ampiezza d’erudizione grandissime che ci lasciò, ci parrà quasi (v) Aleuni bei documenti intorno ad Ermolao barbaro il giovane ha poscia pubblicati inonstg. I abitini (t’ita Coiiii. Mcd. t. 1, p. 487, ec.).