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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/60

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'JO’ J LJBKO più altri ancora se ne potrebbono nominare, se il farlo potesse recare qualche vantaggio. Fuori della lor patria ancora andavano alcuni a far pompa del loro sapere, come quel Filippo da Milano , che dall’Alidosi (Dott. forest. p. 24) si dice professore di medicina nell’università di Bologna dal 1447 ^n0!4^7* La morte però nonne avvenne che il 1459, come abbiamo negli Annali del Borselli (Script. rer. ital. vol. 23 , p. 891), ove si aggiugne ch’ei fu sepolto nel primo chiostro di S. Michele in Bosco. Ei dev’essere quel medesimo a cui il Filelfo scrisse nel gennaio del 1449 da Milano (l. 6, ep. 54), che ricordavasi di avere ivi veduto presso di lui, mentre vivea il duca Filippo Maria, un codice che conteneva le opere di parecchi medici antichi, cui perciò il prega a volergli mandare in prestito. Negli stessi Annali troviam menzione di altri medici morti in Bologna, i quali poichè furono creduti degni che se ne tramandasse a’ posteri il nome , convien credere che fossero avuti in conto di uomini di non ordinario sapere. Così si narra ivi la morte di Pietro Zannetti , o Giovannetti, avvenuta nel 1443 (l- cit p. 881), e non solo egli è appellato dottissimo medico, ma ci si rappresenta ancora come profeta , perciocchè narra il Borselli, che essendo iti, mentre era infermo, a visitarlo i principali de’ Canedoli, ei disse loro: Se voi sarete uniti coi Bentivogli, viverete felici: altrimenti sarete miseri fino alla quarta generazione. L’Alidosi afferma (Dott. bologn. di Teol. ec. p. 156) ch’egli era nel collegio di filosofia e di medicina