Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/77

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SECONDO JIC) fino a quell’anno ei si fermasse in Inghilterra, o che tornatone, esercitasse bensì , ma non insegnasse la medicina. Qualche dubbio però ne muove il parlare del Facciolati (Hist Gymn. pat pars 2 , p. 105), il quale accennando i monumenti veduti dal Papadopoli, dice: fides sit penes ipsum, e ci mostra con ciò che ne’ monumenti da sè veduti ei non ne ha trovata menzione. Checchessia di ciò, l’an 1464 si trasferì a Ferrara: epoca comprovata dall’iscrizion sepolcrale in cui si dice ch’ei morì l’anno 1524, dopo avere per sessanta anni vissuto in quella città. Quindi è falso ch’ei fosse colà chiamato dal duca Ercole I, come si afferma dal P. Angiolgabriello; perciocchè questi non giunse al ducato che l’anno 1471 Ivi egli si stette tenendo scuola prima di matematica, poscia di filosofia morale, almeno fino al 1510, e continuò ivi a vivere, come si è detto, fino al 1524, in cui in età di novantasei anni finì di vivere; e si può vedere presso il Borsetti (Histor. Gymn. ferr. L 2, p. 62) e più altri scrittori l’onorevole iscrizione che ne fu posta al sepolcro. L’Ali dosi nondimeno sostiene (Dott. forest. p. 57) che l’anno 1508 egli era in Bologna professore di medicina alla sera, e di filosofia in lingua greca ne’ dì festivi. Ma se non vogliam rigettare del tutto il racconto dell’Alidosi, conviene almeno confessare che ciò non fosse che per brevissimo tempo. XXL L* amicizia che il Leoniceno contrasse co’ più dotti uomini del suo tempo, e gli elogi , con cui essi ne parlano, posson dimostrarci 1