Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/78

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7 20 LIBRO abbastanza di’ egli era veramente uno de’ più valorosi coltivatori della seria non meno che della piacevole letteratura. Ei possedeva primieramente al par d’ogni altro la lingua greca, e perciò l’an 1522, come narra il Borsetti, citandone in pruova i registri pubblici (l. cit t. 1 , p. 152), gli fu dato da Antonio Costaboli giudice dei savj in Ferrara T incarico di recar dal greco in latino le opere di Galeno, assegnandoli a tal fine 400 lire annue di stipendio. Ma egli era allora decrepito, nè potè condurre a fine la troppo difficile impresa. Abbiamo però alcune opere di Galeno da lui tradotte prima ancora dell’ordine or mentovato, che si annoverano dopo altri dal P. Angiolgabriello. Anche in lingua italiana tradusse egli alcuni de’ greci autori, come la Storia di Dione Cassio, e i Dialoghi di Luciano, che si hanno alle stampe, e la Storia della Guerra Gotica di Procopio, che conservasi manoscritta (V. lì ibi. de’ Volgarizz. t. 1, p. 315, 316; t. 3 , p. 297; t 4, par. 2,p. 471, 559, 740). Nè minor fu lo studio con cui venne da lui coltivata la lingua latina. Ei fu il primo tra’ medici e tra’ filosofi che si allontanasse dalla barbarie scolastica, e ardisse di spiegare con eleganza ciò che prima vedeasi involto tra profondissime tenebre. Allo studio delle lingue congiunse quel delle scienzej e in questo, lungi dal seguir ciecamente le orme degli antichi scrittori , fu un de’ primi che non temessero di chiamarli all’esame , e di condannarli , ove paresse loro che avessero errato. Frutto di questo suo •