Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/91

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SECONDO 7 33 reformabat tanto artificio, ut vix discerni oculis junctam posset, omni oris deformitate penitus sublata. Multa vulnera sanavit, quae nulla arte,aut ope medica sanari posse videbantur (30). Il P. Lyron nel dar Vestratto delle opere di Elisio Caìenzio poeta latino di questa medesima età, osserva (Siugular, littér. L 3, p. 417) che (•n|i ancor fa menzione di questo Branca, e dell’arte malavitosa da lui ritrovata di rifare i nasi) e che anzi aggiugne che il chirurgo soleva talvolta valersi a tal line della carne tolta dal braccio di qualche schiavo. E Ambrogio Pareo, medico francese a’ tempi di Carlo IX, parla egli pure di un chirurgo italiano che operava colai prodigi (l. aa, c. a). Per ultimo lo (’) Il eh. sig. d Jacopo Morelli mi ha avvertilo che F oscurità «lei passo da me qui recato del Fazio nasce dalla scorrezione con cui esso è stato pubblicato, e che con qualche cambiamento si può facilmente rendere intelligibile. Ecco com’egli crede che debba esso leggersi: Nam praeter nares$, quonam modo et labia et aures mutilatae resarcirentury excogitavit. Praeterea quod canus pati r secabat, pro sufficiendo naso, ex illius ore , qui mutilatus esset, ipse ex ejusdem lacerto detruncabat; ita ut nulla oris deformitas sequeretur; et in eo vulnere infixis mutilati nasi reliquiis iisque arctissime constrictis, adeo ut mutilato commovendi quopiam capitis potestas esset, post quintumdecimum , interdum vicesimum diem carnunculam , quae naso cohaeserat, dissectam paulatim, postea cultro circumcisam in nares reformabat tanto artificio, ut vix discerni oculis juncta posset. Nella storia della chirurgia del secolo xvi vedremo che non solo) fino a que’ tempi, ma anche fino a non picciola parte del secolo susseguente si stese e durò l’arte di restituir le membra troncate, o in altro modo perdute. Tira boschi , Voi. VJJL 6