Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/107

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TERZO l3ai affermasi dal Sausoviuo. In fatti Gasparo Visconti, dedicando a lui le sue Poesie italiane, gli dà amendue i cognomi (Sax. I. ciL). Avca Gasparo grande stima dell’ ingegno e del sapere di Niccolò, come raccogliesi da alcuni versi che sono stati dati alla luce nella Raccolta milanese (an. 1756, fogl. 51), ove frale altre cose dice: Perdonerammi il gran Can gio, e Sasso, ec. Con gran lode ne parla ancora Pier Candido Decembrio in alcune sue lettere citate dal medesimo Sassi, per l’eleganza con cui egli scriveva in versi non men che in prosa. E ne abbiamo di fatti, per ciò che appartiene alla prosa, alcune lettere latine tra quelle del suddetto Decembrio. Dopo le avverse vicende del Moro, Niccolò fece ritorno a Ferrara, ove egli giunse a’ 6 di febbraio «lei 14y<J:.t trio orino in Ferrara la Magnifica Madonna Bianca de la Mirandola, et il Magnifico Messer Nicolò da Correzo, che vennero a vedere le feste del Duca Hercole (Script. rer. ital. vol. 24. p. 361). Quindi veggiamo ch’ ei fu tra’ destinati dal duca Ercole ad andare a Roma l’anno 15«> 1 per condurre a Ferrara Lucrezia Borgia destinata moglie ad Alfonso primogenito di quel duca (ib. p. 3t)8). A questo secondo soggiorno fatto da Niccolò in Ferrara deesi riferire un’elegia di Ercole Strozzi scritta all’ occasion della peste, da cui quegli era stato condotto a gran pericol di vita, e intitolata Soteria pro Nicolao Corigia (Eleg. I. p. 00, ed. Jld. 13i3). In essa ringrazia dapprima il Ciclo che col salvar Tiraboschi, Voi. IX. 7