Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/121

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TEnzo I335 Ambr. camald. p. 288, 21)8, ec.), il quale insieme ragiona della risposta che ad essa fece Coluccio Salutato. III. Quel Giuseppe Brivio poc’ anzi da noi rammentato fu egli ancora poeta a’ suoi giorni famoso. Egli era probabilmente cognato del Losco, come nel sopraccennato Giornale si è dimostrato. Dopo essere stato lungamente in Milano sua patria, ov’era canonico ordinario della metropolitana, morì in Roma nel 1450 in età di 80’ anni. L Argelati (Bibl. Script med. t. 1, pars 2, p. 230), il Sassi (Hist. Typogr. mediol. p. 339)) e il co Mazzucchelli (Scritt ital. t. 2, par. p. 2115) ci danno il catalogo di molte poesie latine che se ne conservano manoscritte nella biblioteca Ambrosiana, fra le quali non si ha alle stampe che una lunga lettera in versi a Niccolò Niccoli pnbblicara dall’ ab Mehus (praef. ad Epist. Ambr. camald. p. 79, ec.), la quale non ci muove alcun desiderio di vederne le altre alla luce (*). Più rozzo ancora c lo stile di Matteo Rotilo oblato de’ monaci di Monte Oliveto, tra i quali visse più anni in Siena, ed ivi pure morì nel 144^Egli ardì d’intraprendere la traduzione di Dante in versi latini, e di questo suo lavoro si cou(*) Il co. Mazzucchelli ed altri scrittori da lui citati accennano un poemetto di Giuseppe Brivio in lode di S. Alessio, ma senza indicarci ove se ne abbia copia. I na ne ho io veduta in un codice ms della libreria di S. Salvadore in Bologna, che ha per titolo: Laudes S. Alexii edite per Jos. Brippium ejus devotum doctorem: edite Rome feliciter. Al fine si legge: Scripsit Johannes de Mediolano an. i44‘> Home. 1