Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/143

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TERZO 1357 ¡1 Lupo malvagio, in cui sembra descrivere la caduta di Buonvicino dalle Carte fattor generale del duca Ercole I, che Tanno 14-5 fu per la rea sua amministrazione spogliato d’ogni onore e cacciato in esilio (Script, rer. ital. vol 24, p 250). Avea parimente intrapreso un poema in lode del duca Borso, ma non potè comporne che dieci libri, e morendo commise ad Ercole suo figlio di condurlo a fine j ma questi rapito da immatura morte non potè eseguire i paterni comandi. Innoltre in un codice, in cui si contengono cinque libri delle Poesie latine di Tito, come molte vi mancan di quelle stampate da Aldo, così molte ancora ve ne ha inedite; ed alcune fra le altre assai più eleganti di quelle che han veduta la luce. Queste ancora però son degne di molta lode, e vi si scorge non solo molta facilità, ma ancora un’eleganza che verso la metà del secolo xv, quando Tito cominciò ad essere celebre, era propria di assai pochi. Quindi il veggiamo esaltato a gara con somme lodi da tutti gli scrittori di que’ tempi. Lascio in disparte il bell’ epicedio di Ercole di lui figliuolo (Carm. p. 39), che può sembrare dettato da figlial tenerezza. Celio Calcagnini nell’ orazion funebre di Ercole figliuol di Tito, di cui ora diremo, fra le altre lodi del padre annovera questa ancora, che alla nosnlitaria di /\ fi ssere Francesco Petrarca traducto de Latino in vulvare ad istantia et nome del Magnifica Conte Lorenzo suo fratello, sono state pubblicate di fresco dal P. abate Mittarelli (Bibl. MSS. S. ìfirh. Fernet. p. io74).