Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/175

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TERZO tZSy Irò Marso di lui fratello, e uomo uncir esso erudito, parla a lungo il Corsignani (De Viris ili. Marsor. p. 208). Del primo fa onorevol menzione Erasmo (Epist t. 1), dicendo che il vide in Roma circa il i5o6 uomo in età di quasi oltant1 anni, e nondimeno vegeto c laborioso per modo, che stava allor comentando il dialogo della Vecchiezza, e alcuni altri libri di Tullio. Di Paolo fa ancor menzione Bartolomda Vinegia dieci anni addietro per Roma, d’onde era poscia tornato; accenna i Comcnti che su i Fasti aveano scritti I’omponio l.cto, c un certo Anacliterio in Perugia, e dice di avere ancora interpretata la Farsaglia e l Arte rettorica. Di Pietro.Marso ancora abbiamo i Comenti sul poema di Silio Italico stampati in Venezia nel 1492, nella prefazione a’ quali riflette clrcransi prima di lui accìnti in Rama a cementar quel poeta Pietro Monopolista, Pomponio Leto c Comizio Caldei ino, da lui detti suoi predecessori. Veggasi il Fabricio che annovera diverse opere di amendue (Bibl, lat. med. et inf. aet. t. 6, p. 226). Il sig. Merci er, più volte da me lodato, mi ha indicata ancora un’ edizione delle Poesie di Domizio Palladio da Sora senza data, fatta al principio del secolo xvi, e un libro di Epigrammi di Bartolommeo Cantalicio stampato in Venezia nel 1493, ch è forse lo stesso che ne. conservasi nella Laurenziana (Band. Cai. L'ndd lai. Bibl. Laur. t. 2, p. 14 ■ s e<-'■)• « Di molte opere di Pietro e di Paolo Marso più esatte notizie ci ha poi date il P. M. Audifredi (Cat. rom. Edit. saec. XV, p. 307, 427, 42®» 3qo, 3g2, 395, 396, 399). Di Giambattista Centalicio, che fu poi vescovo di Arti e Penna, e morì nel 1513, e delle opere da lui composte si posson vedere diligenti notizie nell’ opera più altre volte lodata dagli Storici napoletani del Soria (t. 1, p. 114, ec.) ».