Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/179

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l'Enzo 139.3 XIX. Giannantonio Campano merita d’ aver luogo tra i primi. Michel Ferno milanese scrittore contemporaneo ne ha distesa la Vita che si vede premessa alla prima edizione delle opere di questo scrittore fatta in Roma nel 1495. Da essa principalmente han tratte le lor notizie que’ molti moderni che di lui han ragionato, benchè comunemente con molti errori; fra’ quali il Bayle ne ha commessi non pochi. Assai più esatto è ciò che ne ha scritto Apostolo Zeno (Diss. voss. t. 2, p. 196, ec.); e io perciò delle osservazioni da esso fatte e della Vita di Ferno varrommi singolarmente per dirne qui in breve. ha data nel suo catalogo di que’ MSS. i! eh. sig. canonico Bandini (i. 3, p. H29, ec.). Alle poesie di Marcantonio Aldegati mantovano, qui ncccnnale, più altre se ne possono nggiugnere che mi sono state cortesemente indicate dal fu eh. sig. marchese Carlo Valenti mantovano. Tre libri di Elegie amorose in lode di una cotal sua Cinzia conservansi in un codice presso il sig. abate Malico Luigi Canonici in Venezia, a’ quali va innanzi una lettera dedicatoria del medesimo, patimenti in versi elegiaci, al Cardinal Francesco Gonzaga legato di Bologna, e al (ine dell’ ultimo libro si legge: Mantua me gcnuit: fecit me Cynlhia vatem: Aldegattorum giuria dicar ego. U’ altra elegia ancora ne ha ritrovata in Bavenna di fresco il sig. marchese Camillo Spreti, che da lui fu presentata al sig. Cardinal Luigi Valenti legato degnissimo di quella provincia. Essa fu composta dall’Aldegali nel 1488, quando ivi Irovaronsi gli Statuti municipali di quella città, che erano stati per lungo tempo smarriti, ed ha per titolo: Marci AldegaUhi Mantuani Ra vennae poesim pubhcc profilcntis anno uccccixxxr n prò invenlione Municipaliurn Elegia.