Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/180

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13()4 LIBRO Ei fu di famiglia sì oscura, che non ne sappiamo il nome; perciocchè quel di Campano gli venne dalla provincia della Campagna, ossia di Terra di Lavoro, ove nacque circa il 1427 (*) in un villaggio detto Cavelli. Destinato a pascere le pecore, cadde per buona sua sorte sotto lo sguardo di un prete, che scorgendo nel giovine pastorello indicj di gran talento, sel trasse in casa, e istruitolo ne' primi elementi, inviollo a Napoli, ove continuò' i suoi studj, ed ebbe fra gli altri a suo maestro Lorenzo Valla. Risolutosi di passare in Toscana, nel viaggio cadde ne' ladri, dai' quali spogliato a gran pena salvossi in Perugia. Ivi accolto amorevolmente da Niccolò di Sulmona, che già avealo conosciuto in Napoli, si avanzò felicemente nell’ intrapresa carriera, ed essendo in età di 23 anni si diede allo studio della lingua greca, come altrove abbiam dimostrato. Scelto a professor di eloquenza nella stessa città, vi tenne l’an 1455 l’orazione di cui in altro luogo si è detto (l. 1, c. 3), e proseguì in quell’impiego fino al 1459 quando avvenutosi a passar per Perugia il pontef Pio II nell’ atto di andarsene al concilio di Mantova, Jacopo degli Ammanati, che fu poi cardinale, ed era allora segretario del papa, indusse il Campano (*) La nascita del Campano si dee più giustamente fissare circa il 14‘29- Nella prefazione alla Vita di Braccio ci dice che questi mori cinque anni prima che egli nascesse: Qui nnnum tjuintum ante me natum mortuus est. Or questi fini di vivere al principio di giugno dell5atuio 14^4 (Murai. Ann. d’Lai. ad li. a.).