Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/181

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TERZO,3<)5 a seguir la corte romana. Ei divenne in fatti carissimo a quel pontefice, che il nominò prima vescovo di Crotone, poscia di Teramo. Non meno accetto egli fu a Paolo II, successore di Pio, da cui l’an 1471 fu inviato al congresso di Ratisbona per trattar della lega de' principi cristiani contro de’ Turchi. Il soggiorno d’Alemagna o per la natura del clima, o pe’ costumi degli abitanti, o per altra qual che si fosse ragione, fu al Campano sommamente spiacevole, e perciò in più lettere sfogò il suo mal umore contro i Tedeschi. Sisto IV succeduto a Paolo, e che aveva già avuto in Perugia a suo scolaro il Campano, il promosse successivamente a’ governi di Todi, di Foligno e di Città di Castello. Mentre egli era nell'ultima di queste città, essa fu assediata dalle truppe di Sisto sdegnato contro de’ cittadini, perchè non avean voluto ricevere entro le mura le stesse truppe. Il Campano avendo pietà de’ disastri a cui vedea esposto quel popolo, scrisse liberamente al pontefice, rappresentandogli i danni che dal suo sdegno contro di quei cittadini sarebbon venuti. Di che irritato Sisto, non solo privò di quel governo il Campano, ma lo esiliò da tutto lo Stato ecclesiastico (*). L’infelice prelato pas(*) Nell’affermare che il Campano fu da Sisto esiliato da tutto lo Stato ecclesiastico, io ho seguito il compendio della Vita che ne scrisse il Ferno premesso all'edizione di Lipsia del 1707. Ma il Ferno, a dir vero, non parla che di un esilio volontario che il Campano volle sostenere per timor dello sdegno del Papa. Ita vir tantus exilium meditari coactus est. Cernebat vir prudentissimus ante