Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/182

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1396 LIBRO sato alla corte di Napoli con isperanza di onori e di premi, poichè si vide deluso, ritirossi al suo vescovado di Teramo, ove finì di vivere nel 1477, *n et® cinquantanni (’). Abbiamo altrove parlato delle opere storiche da lui composte. Oltre di esse abbiamo alcuni trattati appartenenti a filosofia morale, alcune orazioni da lui dette in diverse occasioni e nove libri di Lettere. A queste, che sono state di nuovo pubblicate da Gian Bnrcardo Menckenio in Lipsia nel 1707, si aggiungono otto libri di Poesie latine di vari metri e di diversi argomenti, e molle di esse più libere, che al suo stato non conveniva. 11 Zeno riferisce gli elogi e il carattere che han fatto di questo scrittore Paolo Cortese, il Sabellico, il Volterrano e il Giraldi, i quali tutti ne lodano l’ingegno raro e la singolare facilità; e solo si dolgono eh’ei non abbia bmate con più attenzione le sue opere, difetto ordinario a coloro che scrivendo senza difficoltà non sanno sostener la fatica che seco porta il correggere e ritoccar ciò che è scritto. oculos ejus Pontificìs versori, in cujus consprctiim aduniti impetrare non poterai, esse non alind quam inrendiunt irati animi suffovere, nec di ut limitale Jflccti, sed amplius ejus praesenlia ma/ore Jlamma provocatum iri. Itaque Neapolim ad Ferdinandum Regcm, ec. Di questa osservazione son debitor al eh. P. Yerani, che tante altre me ne ha cortesemente somministrate. (*) Il Campano non morì in Teramo, ma in Siena, ove egli erasi trasportato, dopo essere stato più anni in Teramo, e fu in quella cattedrale sepolto coll’iscrizione che riportasi dall’ Ughelli.