Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/193

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TERZO 14<J7 luogo tra1 migliori poeti di questo secolo; ed è stato perciò lodato dal Sabellico e dal Giraldi, i cui elogi fatti a questo poeta si posson vedere presso il sopraccitato sig. Liruti. Alle stampe si hanno cinque Panegirici in verso eroico da lui scritti in onore degl imperadori Federigo III e Massimiliano I. Ma più altre poesie inedite e alcune lettere ancora se ne conservano manoscritte, delle quali parla il suddetto scrittore, il quale innoltre avverte che son del Ci mbriaco alcune poesie attribuite al Sabellico. Non si sa fin quando egli continuasse a vivere. Il sig. Liruti congettura ch’ei morisse in età giovanile sul finire di questo secolo.. Certo il Giraldi, il cui primo dialogo, come si è detto, si suppone tenuto a’ tempi di Leon X. ne parla come d’ uomo già trapassato (l. c p. 531), e si duole che per altrui invidia ne rimangan soppresse le poesie. XXIV. Come nell'italiana, così ancora nella latina poesia fu uno de' più felici Angiolo Poliziano, di cui diremo più a lungo nel trattare de’ professori di belle lettere. Il lungo e diligente studio ch’ei fece sugli antichi scrittori greci e latini, e ’l consueto suo esercizio di notare in essi le cose più degne di riflessione, gli rendette più agevole l’imitarne lo stile. Nè è già ch’ei possa dirsi perfetto modello di poesia latina, il che forse gli fu vietato dal congiunger insieme che’ ei fece gli studj della seria e della piacevole letteratura, onde nè negli uni nè negli altri potè giungere alla meta, attesa singolarmente la breve vita ch’egli ebbe. Saggiamente perciò ne ha giudicato il Giraldi, il quale dopo