Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/205

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TERZO 14ig ReipubUcae et Regni da lui indirizzati a Lorenzo de’Medici, e più ancora la Storia sacra degli Ebrei da lui formata sull' autorità della Bibbia, di Giuseppe Ebreo, e di altri antichi scrittori, e illustrata con erudite ricerche. Questa insieme con una generale raccolta di tutte l’opere sì edite che inedite di Aurelio possiamo sperare di veder pubblicata un giorno dal P. Giacinto della Torre agostiniano da me altre volte mentovato con lode, il quale ha rivolto l animo a questa edizione, che ornata di documenti e di note recherà gran vantaggio alle lettere e alle scienze, e farà sempre più chiaramente conoscere il singolar talento e la vasta erudizione del Braudolini. XXVIH. Aurelio ebbe un fratel minore, o, secondo altri, cugino, di nome Rafaello, che avendo avuta la stessa sventura di perder la vista, n ebbe lo stesso soprannome di Lippo. Il dubbio, s’ ei fosse fratello, o cugino d Aurelio, nasce dalla voce germanus, che il primo usa nel favellar del secondo; perciocchè essendo essa usata non rare volte, singolarmente dagli scrittori di que’ tempi, a spiegare un cugino, pare che qui ancora si debba intendere in questo senso. Se nondimeno è appoggiato ad autorevoli documenti l’albero genealogico premesso alla Vita di Rafaello, di cui diremo tra poco, è certo che questi due ciechi furon fratelli, ma Rafaello più giovin di Aurelio. Di lui ragiona il Pontano che il conobbe in Napoli, ove Rafaello visse più anni. Lippus Florentinus, dic egli (De Fortitud. l. 2, c. de Caecitate, ec.), puer vidit; nunc adolescens, quamquam