Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/214

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i4^8 i. liino il numero, e grande non meno la varietà degli argomenti: poesie amorose, epitaffi e iscrizion sepolcrali, endecasillabi, egloghe, inni ed altri componimenti di più diverse maniere. Egli andò ancora più oltre, e ardì con felice successo di darci un poema in cinque libri diviso intorno all'Astronomia, intitolato Urania, un altro intorno alle Meteore, e un altro intorno alla Colti vazion degli agrumi. In tutti egli è poeta elegante, colto e grazioso; degno perciò degli elogi di cui l'hanno onorato tutti gli scrittori di que’ tempi. Paolo Cortese gli attribuisce la lode di aver rinnovata la gravità e l’armonia del metro, e lo antipone a tutti i poeti di quell’età De Homin. doctis, p. 34). Rafaello Volterrano, benchè lodi in lui più l’arte che l’ingegno, dice però, che le poesie ne son così eleganti, che niun potea andargli del pari (Comm. Urbana, l. 38, p. 457, ed. Basil. 1530). Ma più ancor luminoso è l’elogio che ne ha fatto il Giraldi, benchè insieme ne rilevi giustamente qualche difetto. Le poesie, dic egli, e le prose del Pontano fanno che nella serie degli uomini illustri io l'annoveri fra i primi, e che anche lo paragoni a quasi tutti gli antichi. Egli, è vero, non è sempre uguale a sè stesso, par che talvolta trascorra troppo oltre, nè sempre osserva le leggi: il che non dee sembrare strano a chi sappia ch’ ei fu involto ne più gravi affari della corte, e che dovette attender non meno alla guerra e alla pace, che ad A polline e alle Muse. E nondimeno chi più di lui ha scritto, chi con più dottrina, con più eleganza, con più. finezza? Benchè alcuni al presente cerchino