Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/216

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>43o Libito Accademici die ha pubblicalo ilGiannone (Stor. di Nap. I. a8, c. 3). Quindi questa Accademia vien dal Giraldi paragonata al cavallo di Troia (l. c. p. 529)) a cagione de’ dottissimi uomini e degli eleganti poeti che n erano usciti, Tra essi ei nomina in primo luogo il Sannazzaro, di cui ci riserbiamo a dire nel tomo seguente. Fa poscia menzione di Michele Marullo e di Manilio Hallo, amen due, dice egli, nati da genitori greci, ma allevati in Italia, meglio però versati nella lingua latina, amici tra loro, e amendue scrittori di epigrammi; il Marullo più ingegnoso del Rallo, ma il Rallo più del Marullo felice; perciocchè negli scorsi mesi è stato fatto da Leon X vescovo in Creta. Si hanno di amendue parecchi epigrammi di vario genere, e di Marullo innoltre certi inni detti Naturali, ne’ quali ho udito, e io lo dico solo per altrui relazione, ch ei sia stato molto aiutato da Pico suo zio. Per questi inni egli è salito presso alcuni in sì alta stima, che lo antipongono a tutti. Io non sono del parere di un certo Zoilo, di cui non vuò dire il nome, il quale scorge in ogni cosa del Marullo una cotal leggerezza greca, e crede che in esso vi sia molto a troncare. Ma confesso però, che vedesi in lui qualche arroganza. Non migliori sono le sue Istituzioni, ch’ ei non ha finite, e alle quali ha dato il nome di Principali. In qualche tratto però egli è eccellente, e imita assai bene Lucrezio, cui si era prefisso a modello. Uomo non degno veramente della morte che ha incontrato, sommerso in Toscana nel fiume Cecina, come ne’ suoi versi afferma il