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TERZO 1433 questo poeta (Singular. hist. t. 3, p 4 1 f»), il quale i'u maestro del principe Federigo, che fu poi re di Napoli. Le dette opere sono per lo più poesie latine, alle quali si aggiungono tre libri di Lettere al detto principe, da lui appellato Jaraco, ed altri. A questi poeti dell’Accademia del Pontano, de’ quali ha fatta memoria il Giraldi, possiamo aggiugnere i nomi di alcuni altri che dallo stesso Pontano veggiam nominati. Tali sono Marino Tomaselli, Piero Summonte, Francesco Pucci (De Serrn. I \, c. 3) (a), Giovanni Pardo (ib. l 5, c. 1), Francesco Elio, Pietro da Fondi, Soardino Soardi bergamasco (ib. l. 6, c. 2), Francesco Poderigo (/.Egidius Dial), il Cariteo già da noi mentovato, Angiolo Colocci, di cui diremo nel secolo seguente, e più altri, a molti de’ (quali il Pontano medesimo fece in versi il funebre epitaffio, come all’ Elio, al Poderico, al Marullo, al Tomaselli, all’ Altilio (Carm. p. 67, ec). Io potrei stendermi a dire più lungamente di ciascheduno di essi: Ma l’ ampiezza della materia mi sforza a ristringermi, e ciò che ne ho detto quasi in compendio, pruova abbastanza che non v’ ebbe forse in questo secolo alcuna Accademia di belle lettere che colla napoletana potesse venire al confronto (*). (a) Alcune eleganti poesie latine di Francesco Pucci sono state pubblicate dopo quelle non rt.010 eleganti del sig. ab. Vito Maria Giovenazzi stampate in.Napoli «ci 1786. (*) Tra’ poeti che sulla line del secolo tioriron nel regno di Napoli, possiamo annoverare uu vescovo di Tiuaiìoscui, Voi. IX. «4