Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/220

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l434 LIBRO XXXIU. Tra1 più colti poeti di questo secolo deesi ancor nominare Pietro Apollonio Collatio, o, come altri scrivono, Collatino prete novarese (a). Cosi egli s’intitola innanzi alle sue opere forse per seguire il costume dei' letterati di questo secolo di cambiar nome. Chi egli fosse, niuno cel dice; e della vita da lui condotta nulla ci è giunto a notizia. Il Cotta afferma ch ei fu della nobil famiglia novarese Cattanea, ma non ne reca alcuna pruova (Museo Novar. p. 245 ec.). Chiunque egli fosse, ei fu poeta elegante, come ben ci dimostrano e il poema intitolato Hierosolyma, in cui tratta dello sterminio di quella città, che fu stampato la prima volta in Milano nel 1481, e il libro dei Fasti stampato nella stessa città l’a.ino 1492, tessuto di ode e di elegie, e il poemetto sul ComAcerno. Nella librerìa di S. Salvadore in Bologna conservasi un codic e che ha per titolo: Fusci Paracleti Cornctani Episcopi Acernensis Tarcntina feliciUr incipit; ed è un poema in verso eroico, al cui line si legge: Scripsit Joannes Rimaldus Surrentinus /inno d. <4^5. Tra’ vescovi di Acerno di questi lein|>i col nome di Paraclito io non trovo presso l’Ughelli (hai. sacra, t. 7, p. 4 18) che Paraclito Malvezzi bolognese dello nel 1460, e morto nel 1487. Ma se il poeta era natio di Comete, come potea egli essere bolognese e della famiglia Malvezzi? lo confesso che non ho lumi a sciogliere questo eniimna. (ri) Presso il eh. sig. abate Gio. Crislofano Amaduzzi conservatisi in un codice ms. in pergamena cinque Lettere elegiache ad Pium li Pontiftcem Maximum de exhortatione in Turchot scrìtte a P. Maxiaio Collatino. li benché il nome di Massimo non seggasi, ch'io sappia, altrove dato al Collatino, par certo nondimeno eli’ esse sieno opera del medesimo autore.