Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/246

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14^0 T.IBKO per tal maniera stabilito in Firenze, che non fosse possibile lo staccarnelo. Ciò non ostante è certo ch ei ritornò a Ferrara, ov' egli era nel 1450. Se ne vede segnato il nome nel catalogo de’professori di detto anno, ch’io tengo presso di me, ove ancora si aggiugne lo stipendio assegnatogli di 300 lire; stipendio, a dir vero, non proporzionato alla fama di sì grand’uomo, in confronto a quello assai maggiore di 700, di 900, di 1000 lire, che vedesi ad altri assegnato, e inferiore ancora a quello ch’ egli avea avuto negli anni precedenti. VI. Così continuò Guarino a istruire la gioventù nelle scuole, finchè a’ 4 di dicembre del 1460 finì di vivere, come abbiamo nelle Appendici agli Annali Estensi del Delaito (Script. Rer. ital. vol 18, p. 1096). Un decreto del duca Borso de’ 24 di gennaio del 1468, di cui tengo copia, nel qual rimette il dazio di dieci fiorini d’oro, che pagar doveasi pe’marmi che i figliuoli di Guarino avean fatto trasportar da Verona per formarne un onorevol sepolcro al padre, ci mostra che il decreto dallo stesso duca del 1461 pubblicato dal Borsetti (l. c. p. 59), in cui si ordina che a spese del pubblico gli sia eretto un maestoso sepolcro, non ebbe effetto che più anni dopo, e che in non picciola parte esso fu fatto a spese de’ figliuoli medesimi di Guarino. Questo sepolcro perì fra le rovine del tempio di S. Paolo, in cui era posto, pel tremuoto del 1571; e solo se ne conserva memoria in un elogio in versi che ancor vi si legge, e che riportasi dal Borsetti. Gli encomj con cui parlano di Guarino gli