Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/251

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TERZO I.J65 che o egli *1 primo disotterrò, o almeno corresse e ripulì per maniera che si potessero e leggere e intendere. Intorno a che è a vedere un enimmatico epigramma dello stesso Guarino riportato dal Zeno, e la spiegazione ch’egli ne dà. più felice al certo di quelle date già da più altri. Havvi ancora chi gli attribuisce l’orazion contro Carlo Malatesta pel rovesciamento della statua di Virgilio in Mantova; ma abbiam già mostrato esser quella opera di Pier Paolo Vergerio. Io conchiuderò ciò che appartiene a Guarino col bell'elogio che ne fece, mentre egli ancor vivea, Timoteo MafFei in un suo dialogo citato dal Zeno: Guarinum nostrum, qui totam Italiam literis humanitatis ornavit, nunc jam grandaevum ornant duo potissimnm; itu redibilis memoria rerum, et indefessa lectitandi exercitatio, qua fit, ut vix edat, vix dormiat, vix exeat domo, cum tamen membra sensusque in eo juvertiliter vigeanL Vili. I due figliuoli di Guarino, che più felicemente ne seguirono le vestigia, furon Girolamo e Battista, nati amendue, come osserva il march Maffei (Ver. illustr. par. 2, p. 154), prima che il padre abbandonasse Verona, e che perciò da veronesi si annoverano a ragione tra’ loro. Della’ educazione di Girolamo fu il padre singolarmente sollecito; perciocchè gli indirizzò un’Istruzione, che conservasi manoscritta nella biblioteca Tuana; e il figlio ben corrispose alle paterne sollecitudini. Il march Maffei da una lettera inedita di Guarino, ch è probabilmente quella che noi abbiamo accennata poc’ anzi, raccoglie che Girolamo fu al Tijuboschi, Voi. IX. 16