Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/266

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XII. Sut upert. «48o MURO XII. Le premure de principi e delle città in chiamare alle loro scuole questo celebre professore, l’amicizia e la stima ch’ ebber per lui Ambrogio camaldolese, Antonio Panormita, Francesco Filelfo ed altri celebri uomini di quel tempo, gli elogi ch’essi ne han fatto, alcuni de’ quali sono stati da noi accennati, altri si arrecano dal co Mazzucchelli, una medaglia in onor di esso coniata che vedesi nel Museo di questo medesimo cavaliere, ci mostrano che l’Aurispa fu avuto a’ suoi tempi in concetto di uno de’ più valenti ristoratori di amendue le lingue. Alcuni aggiungono ch’ ei fosse ancora onorato della corona d’alloro. Ma essi sono scrittori vissuti troppo lontan da que’ tempi per poterci far fede di cosa di cui non si trova vestigio alcuno negli autori contemporanei. Pochi però sono i saggi che del suo sapere ei ci ha lasciati. Alcune traduzioni dal greco, che diligentemente si annoverano dal co Mazzucchelli, e che ora non son molto pregiate, sono quasi gli unici frutti rimastici dei’ suoi studj. Tredici lettere ne han pubblicato i PP. Martene e Durand (Collect. Monum. t. 3, p. 709), e poscia coll’aggiunta di alcune altre l’ab Mehus (Epist. Ambr. camald. l. 24, ep. 47). Alcuni epigrammi se ne conservano manoscritti nella Laurenziana, e una breve elegia ne ha inserita nel suo Itinerario Ciriaco ina due figlie e un figlio ancora egli ebbe da una sua serva, come raccoglievi da un Breve dell’ ottimo pontefice NiccolòV del i453, da lui pubblicato, nel quale comanda eh’ essi siano considerati come se fosser nati di legittimo matrimonio (I. cil.).