Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/318

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<53 a libro molte operette storiche, molte morali, i Comenti su i libri ad Erennio, e sulle Poesie del Petrarca, e moltissime altre opere di diverse materie, e finalmente la traduzione in latino della Teogonia di Esiodo, e degli Inni d Orfeo, e quella di Omero che avea cominciata, e in italiano quella della Geografia di Strabone che stava allora facendo. Fra tante opere però assai poche son quelle che abbian veduta la pubblica luce. Esse sono l’Epistolarium, che non è già, come alcuni hanno creduto, una raccolta di sue epistole famigliari, ma sono esempj di lettere di diversi argomenti da lui proposte per modello ed istruzione de suoi discepoli. Innoltre la traduzione in terza rima dell’Uffici della Beata Vergine, coi’ Salmi, colle Preci, cogl Inni, e con altre Orazioni stampate in Venezia nel 1488. Essa fu da lui dedicata, come mi avverte il ch P. Affò, da me più volte lodato, di aver osservato in un codice a penna che ne ha la real biblioteca di Parma, a Maddalena figlia di Galeotto dal Carretto marchese del Finale nella Riviera di Genova, vedova di Pierguido Torello conte di Guastalla morto nel 1460. Ed era in fatti il Filelfo assai attaccato al suddetto marchese; perciocchè in onor di esso compose in latino la Storia della guerra del Finale da lui sostenuta contro de’ Genovesi nel 14 Ì7 e ne’ due anni seguenti. Essa era già stata stampata per inserirla nella gran Raccolta degli Scrittori delle cose di’Italia. Ma perchè si vide ch’essa era troppo piena di errori per colpa del codice ch era stato usato, fu allora soppressa. Non ha molto però, che