Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/36

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• 25o muro a’ tempi di Leon X, fu senza esempio. Quando spargeasi la voce che l’Unico dovea recitare suoi versi, chiudeansi le botteghe, e da ogni parte si accorreva in folla ad udirlo; si ponevan guardie alle porte, s’illuminavan le stanze, e i più dotti uomini e i più venerandi prelati vi si recavano a gara, e il poeta era spesso interrotto dagli alti applausi degli uditori. Il co. Mazzucchelli afferma che vi son congetture a credere ch’egli oltre ciò improvvisasse, e ne reca ancor qualche pruova, a cui due altre assai più evidenti posso io aggiungerne; e primieramente l’autorità di Paolo Cortese ch erane testimonio in Roma: Quo ex genere, dic egli parlando dell’improvvisare (De Cardinal, t. 3, p. 174)7 Ht nuPer Baccius Ugolinus et Jacnbus Corsas in Italia sunt laudari soliti, sic hodie maxime debet Bernardus Accoltus celebrari, qui quamquam versus ex tempore dicat, ita tamen apte sententiis verba concinna jungit, ut cum celeritati semper parata sit venia, magis in eo sint laudanda quae fundat, quam ignoscendum, quod ex tempore et partu repentino dicat. L’altra testimonianza nulla meno onorevole all’Unico è quella di Pietro Bembo, da cui raccogliamo ancora qualche, benchè oscura, notizia intorno agli amori di questo E ocla: Le loro Signorie (cioè la duchessa d’Urbino e Emilia Pia) sono corteggiate dal Signor Unico molto spesso; ed esso è più caldo nell ardore antico suo, che dice esser ardore di tre lustri e mezzo, che giammai; e più che mai spera ora di venire a pro de’ suoi desìi,