Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/37

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TERZO 1a5I massimamente essendo stato richiesto dalla Signora Duchessa di dire improvviso; nel quale si fida muovere quel cuor di pietra intanto, che la farà piangere non che altro. Dirà fra due o tre dì: detto che abbia. ve ne darò avviso. Ben vorrei che ci poteste essere, che son certo dirà eccellentemente. Così egli in lettera al cardinale di s Maria in Portico scritta da Roma a 19 di aprile del 1516 (Op. ed. ven, t. 3. p. 11). Vuolsi da alcuni che’egli avesse in dono da Leon X il dominio di Nepi; ma egli stesso in una sua lettera afferma di averlo comperato co’ proprj denari, e duolsi ch’esso gli fosse tolto da Paolo III (Lettere di diversi a Pietro Aretino, t. 1, p. 135). Era ancor vivo nel 1534; ma sembra che non sopravvivesse molto più oltre (a). Delle varie edizioni che abbiamo delle Rime dell’Unico, tra le quali è ancora una commedia intitolata Virginia, veggasi il co Mazucchelli. Esse non corrispondono certamente alla’idea che l’applauso da lui ottenuto ce ne potrebbe dare. A giudizio però dei’ più saggi maestri, alcune delle poesie di Bernardo cel mostrano non mediocre poeta, e tale che se all’ingegno e alla poetica fantasia di cui era fornito, avesse congiunta quell'eleganza che circa al medesimo tempo cominciò {a) Bernardo Accolti era già morto a’ 2 di marzo del 1 >35, ne] qual giorno Paolo 111 concedette in commenda a Tommaso Cadamosti lodigiuoo suo medico la prevostura di S. Cristoforo di Lodi dell- Ordino dogli Umiliati vacante per la morte del suddetto lieruaido (Digli Archiatri pontif. I. 1, p. 351).