Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/41

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TERZO 1 a55 han parlalo l1 Ariosto ed altri scrittori (*). Di Benedetto da Cingoli abbiamo sonetti, barzellette e capitoli stampati in Roma nel 1503, e da Gabbriello di lui fratello indirizzati ad Angiolo Colocci, di cui ancora ivi leggesi una canzone in morte di Benedetto. Alcune poesie latine di questo medesimo autore ivi si hanno, e Gabriello nella prefazione accenna alcune altre opere da lui composte. Lodovico Sandeo di patria ferrarese, e fratello del celebre canonista Felino, vien lodato dal Crescimbeni (t. 2. par. 2, p. 166), come uno de’migliori rimatori di questo secolo j benché confessi egli stesso che rozzo ne è lo stile, le rime poco felici, e più vivaci che gravi le chiuse de sonetti. Le rime di esso furon pubblicate in Pisa nel 1485, tre anni dappoichè l’autore era morto di peste. Somigliante lode dà il Crescimbeni (l. c.) a Bernardo Illicino, ossia da Montalcino, o, come il Quadrio lo dice (t. 2, p. 186), Bernardo Lapini da Siena, di cui però appena si ha cosa alcuna alle stampe. Certo egli era grande ammirator del Petrarca, sui Trionfi del quale scrisse un comento pubblicato in Venezia nel 1494)Timoteo Bendedei, soprannomato Filomuso, nobile ferrarese, fu creduto un de’ migliori poeti che fiorissero sul finire di questo secolo e sul (‘) Di Antonio Fregoso fa menzione Cesare Cesavano serittor di f|ne’ tempi ne’ suoi conienti sopra Vitruvio, ed ei lo dice patrizio milanese: Di questi due (cioè di Democrito e ui Lraclilo)... etr/i il nostro Aureu/n Milite, et Porla volgare Antonio Pi egoso Patricia Mcdiolniien.se, in qual modo co/i onorati versi il riso et il piatito ha dcscriplo (p. 34).