Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/449

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TERZO lGG3 ila essi raccolto doveasi più alla venerazione in cui erano presso i popoli per la santità de’ loro costumi, e alle ferventi loro preghiere, che all’arte della loro eloquenza, dee aver luogo qui ancora. Non tutti però i sacri oratori di questo secolo ebber fama d’uomini santi; e convien perciò ricercare altra origine dell’applauso di cui veggiamo ch’ essi furono onorati, E io credo ch’essi ne fossero debitori in gran parte agli esterni loro talenti. Una voce soave e canora, una forte declamazione, un gesto e un atteggiamento vivo ed energico ha gran potere sul popolo. Noi il veggiamo anche ai’ dì nostri, in cui per altro si hanno idee tanto migliori dell’ eloquenza. E molto più dovea ciò accadere a que tempi tanto più rozzi. Oltre di che, come il gusto e la moda che regnava nel secolo scorso, facea udir con applauso le freddissime allegorie e le strane metafore allora usate, e che or non si odono senza sdegno, così allora facea rimirare come orator prodigioso chi sapeva accozzare insieme trecento testi di vari autori, e riunire ciò che sinallora era stato detto da tutti su un tale argomento. Ciò non ostante non dobbiam qui passare sotto silenzio alcuni di quelli che in ciò giunsero a maggior fama, e molto più che sugli ultimi anni di questo secolo sorsero alcuni ne’ quali si cominciò a veder qualche idea di quella robusta e popolare eloquenza che avea già operati sì gran prodigi in Atene e in Roma. III. S. Bernardino da Siena fu ne’ primi anni di questo secolo uno de’ più famosi predicatori che avesse l’Italia. Gli scrittori della storia