Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/453

Da Wikisource.

TERZO 1667 perciocché gran vantaggio nvoa ei recato a quel popolo coll’ emendarne i vizj e col sedarne le interne gravissime dissensioni. Ma poscia suggiugne ch’ egli e gli altri predicatori eran degni di biasimo, perchè eran più avidi della propria lode, che dell altrui frutto; che cercavano anzi di riscuoter gli applausi del volgo, che di correggere i vizj; e rimprovera singolarmente a S. Bernardino, che non avesse mai predicato contro gli avari, ma una volta sola contro gli usurai, e ciò più coll’eccitare le risa contro di essi, che con destare orror di tal vizio. Nella quale accusa chi non vede la contraddizione e l’incoerenza? Esaltare il frutto che il santo predicatore ha tratto dai’ suoi sermoni, e poi biasimarlo, perchè non cerca il frutto de’ suoi uditori, ma sol le sue lodi. Ma non è a stupire che Poggio e nel detto passo, e ancora in una sua lettera ove riprende il culto da s Bernardino introdotto al nome di Gesù (ad calc, de variet Fortunae), seguisse il suo usato costume di mordere, comunque potesse, gli uomini ancor più saggi e più dotti. Più strano sembrerà forse che anche uomini per pietà e per saper ragguardevoli credesser degno di biasimo il metodo di predicare seguito da S. Bernardino, e la dottrina da lui insegnata, e gli movesser contro guerre ed accuse. Ne è pruova il solenne esame a cui la sottopose il pontef Martino V, e da cui, come si è detto, il Santo uscì vincitore. Fra quelli che più caldamente inveirono contro di lui, fu il celebre Andrea Biglia agostiniano, di cui parlato abbiam tra gli storici. Il Muratori ragiona (Script. rer. ital.