Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/464

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1678 l.IBRO Ordine, e le onorevoli commissioni che gli furono affidate. Noi lasciando tai cose in disparte, passiamo a vedere quanto ne fosse ammirata e applaudita l eloquenza. Il Poliziano aveane già parlato con molta lode nella prefazione alle sue Miscellanee, dicendolo non inferiore ad alcuno in teologia, e il più saggio insieme e il più eloquente tra’ sacri oratori, e commendandone al tempo medesime le virtù religiose. Ma cose assai maggiori ei poscia ne scrisse in una sua lettera a Tristano Calchi, mentre Mariano predicava in Milano. Essa è alquanto lunga, ma troppo bella e troppo onorevole a questo sacro oratore, perchè io possa trattenermi dal recarla qui interamente tradotta nella volgar nostra lingua. Tu mi scrivi, così dic egli (l. 4, p. 6), che Mariano da Genazzano teologo, il quale predica costì al popolo, riscuote ammirazione, si grande, che ben compruova la verità di ciò che io nelle mie Miscellanee ne avea scritto; che si empiron da ogni parte le strade dalla gran turba che si affretta ad udirlo; e che tutti rimangon rapiti dalla grazia del ragionare, attoniti alla forza de’ suoi argomenti, e penetrati e compunti dalla robusta sua eloquenza. Io dirotti sinceramente ciò che mi avvenne, quando egli la prima volta predicò qui fra noi. Andai ad udirlo, secondo il mio costume, per assaggiarlo, e, a dir il vero, quasi per ridermene. Ma poichè il vidi, e ne osservai l atteggiamento e un non so che straordinario ch’ egli avea negli occhi e nel volto, cominciai a lusingarmi di udir cosa che mi piacesse. Eccoti