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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/504

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1718 LIBRO IX. Egli si mostrò prima antiquario che urchitetto; e abbiamo altrove parlalo (t. 6) della Raccolta d’iscrizioni, ch’egli offrì a Lorenzo ile’ Medici. Ciò dovetl’essere innanzi al i492> nel qual anno morì Lorenzo, e par che Giocondo fosse in Roma quando compilò quell’opera. Giulio Cesare Scaligero afferma eh’ ei fu qualche tempo presso l’impera.lore Massimiliano (l. cit. Exerc. a36, 33i), e accenna alcuni eruditi discorsi eh’ egli gli udì tenere in presenza di Cesare. E probabile che ciò avvenisse prima eli’ei se ne andasse in Francia, ove però non sappiamo precisamente quando si trasferisse. Ma certo vi era ne’ primi anni del secolo xvi, quando egli diè il disegno di due ponti sopra la Senna in Parigi. Di ciò abbiamo una sicura testimonianza presso il sopraccitato Giulio Cesare Scaligero: Met nini praeccplorem meum Joannem Jucundwn, qui nobilissimumjkimen Sequanam lumd minus nobilibus pontibus duobus junxit (l. cit. Exerc. a36, 331). ¡Nè io penso che qui ancora sia alcuno per apporre allo Scaligero la taccia di mentii ore, poiché nulla a lui poteva giovare che F. Giocondo solo ponte ei gittò sulla Senna, cioè quello di Nostra Donna, il quale ivi è minutamente descritto. Egli ragiona ancora di diversi edificj da F. Giocondo disegnati, fra quali vuolsi che fosse la Sala del consiglio di Verona, e delle edizioni da lui fatte di diversi antichi scrittori; ma egli ancora non ha potuto accertarne nè ’il luogo nè l’ epoca della morte. Presso lo stesso scrittore si posson veder le notizie di più altri illustri architetti e scultori che a questo tempo fiorirono nello Stato veneto.