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TERZO *7l9 avesse dato il disegno di que’ due ponti. Più autorevole ancora è la testimonianza del Sannazzaro, ch era in Francia a quel tempo medesimo in cui vi era Giocondo, e che su’ due ponti da lui disegnati compose questo epigramma: Jucundus geminos fecit tibi, Sequana, pontes: Jure tuum potes hunc dicere Pontificem. L. 1, Epigr. 50. Questi due ponti furon quello detto di Nostra Signora, opera di ammirabil bellezza, e quello detto il Ponte piccolo. Il primo fu cominciato nel 1500, e la prima pietra dell’ultimo arco fu posta nell’an 1507, quando F. Giocondo, come ora vedremo, era già ritornato in Italia. Gli scrittori francesi, e singolarmente il Malingre (Antiq. de Paris l. 1, p. 242), affermano che in un degli archi fu scolpito il già riferito epigramma. Ma il Sauval ci assicura di averlo inutilmente cercato (Hist. des Antiq. de Paris, t. 1, p. 228). Questo autore è il solo che abbia negata a F. Giocondo la gloria di aver architettato quel ponte; e uno degli argomenti di cui si vale, è quello appunto di non aver trovato questo epigramma in alcuno degli archi. Ma ciò che importa? È certo che il Sannazzaro il compose mentre era in Francia, e mentre si fabbricava quel ponte; perciocchè lo abbiamo anche nelle prime edizioni di questo poeta, e quindi, o esso fosse o non fosse inciso sul ponte, è sempre evidente argomento a provare che Giocondo ne fu l’ architetto. Il