Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/517

Da Wikisource.

TERZO X ^3 I XIV. Mentre l’architettura facea tra noi questi sì lieti progressi, e a gran passi accostavasi alla perfezione a cui poi giunse nel secolo susseguente, la scultura ancora si coltivava da molti felicemente. Luca della Robbia fiorentino nato nel 1388, oltre parecchi assai pregiati lavori che ei fece in Rimini e in Firenze, singolarmente in s Maria del Fiore, fu il primo che rimettesse in fiore la plastica, formando figure di terra cotta, e ritrovando una vernice che contro le ingiurie dell’aria e del tempo le preservasse. Anzi a ciò aggiunse e Tornarla a diversi colori, e il dipingere ancor figure sul piano della terra cotta; pe’ quali lavori ei si rendette sì celebre, che da ogni parte di Europa gliene venivan frequenti richieste (V. Vasari, l. c. p. 37, ec.; Baldinucci, t 3, p. 139;), edit. Fir. 1768). Assai più celebre nell’arte della scultura fu Donato, detto ancor Donatello, a cui per comun consenso si attribuisce l averla ricondotta prima di ogni altro all’antica bellezza. Carissimo a Cosimo de’Medici, e poscia a Pietro di lui figliuolo, fu da essi continuamente impiegato non meno che favorito; e Firenze, ov egli nacque neI 1383 e morì nel 1466, nc ottobre, n. xn, p. 156, ec.) e si dice, non so su qual fondamento, eh’ egli ebbe veramente nome Kidolfo, e che pel suo sapere ebbe il soprannome di Aristotile. Ivi ancora si narra che pel Comune di Bologna ideò il palazzo detto del Podestà, che viene dallo scrittore descritto minutamente e lodato. Parla egli ancora di Gasparo Nadi architetto del gran palazzo Bentivoglio, poscia distrutto; e più altre fabbriche vi vengono accennate.