Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/528

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v’abbia stampa alcuna del Finiguerra? Lo stesso Mariette ne rammenta una, sotto a cui si leggono queste lettere: I. F. T., ed egli stesso confessa ch’ esse lette a rovescio potrebbono dire: Thomas Finiguerra incidit (ib. p. 264). Il sopraccitato scrittor tedesco ne accenna due segnate con questa cifra: MF, la quale potrebbe appunto indicare Maso Finiguerra (l. c. p. 14i) (a). Non sembra dunque abbastanza provato che non v’ abbia stampe di questo artefice, e clic non si possa a lui eonceJer 1" onore dell’ invenzione di quest’ arte. Oltre di che, come ben riflette 1’autor medesimo (ib. p. i/fa), P°tK ancora avvenire che Maso nulla sapendo eli' essa fosse già stata trovata in Alleniagna, ne concepisse da se stesso l’idea, e si rendesse perciò meritevole di quella gloria che al primo inventore è dovuta. Dalle quali cose a me sembra che si possa a giusta ra(a) Il sig co. Durazzo già ambasciador Cesareo a Venezia, la cui insigne raccolta di stampe è nota a tutti gl intendenti dell’arte, interrogato da me, se in essa avesse stampa alcuna del Finiguerra, si compiacque di rispondermi con sua gentilissima lettera de’ 26 aprile del 1788, che, benchè alcune di quelle da lui comperate dal museo Gaddi in Firenze si credesse da molti che attribuire a lui si potessero, ei però non avea voluto decidere: e che all’articolo del Finiguerra avea collocato un esemplare della pace mentovata poc’anzi, la quale dev’ essere stata tirata col fumo e qualche grasso sulla placca niellata, avanti che fossero i segni o cavi riempiti dal metallo fuso, che rende il totale liscio e perfetto; e che innoltre avea tre altre picciole stampe due placche niellate, le quali per la finezza e l’uguaglianza de’ tratti poteano credersi del medesimo autore