Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/529

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TERZO 1743 giom inferire che se noi non possiamo ad evidenza mostrare che il Finiguerra fu il primo ad incidere in metallo, gli stranieri ancora non han finora recati tali argomenti che convincan di errore il Vasari e gli altri che ne han seguita l’ opinione. XI)L Tutto ciò appartiene all’arte d’incidere in metallo. L’incisione in legno è più antica, e si crede ch’ella avesse la prima origine dalle carte di giuoco. Contendon fra loro i Francesi e i Tedeschi per la gloria di questa invenzione. I primi affermano ch’ esse furono trovate in Francia a’tempi del loro re Carlo V (V. Bullet, Recherches sur les cartes à jouer. Lyon, 1757)I secondi sostengono che molto prima esse eran conosciute tra loro; e si posson vedere le lor ragioni nell’ opera del bar di Heineken già più volte citata (Idée generale, ec. p. 239, ec.). A me non appartiene il decidere di tal contesa. Ma che sarebbe, s’io dimostrassi che fin dal secolo xiii, cioè assai prima che in Francia e in Allemagna, si usavano in Italia le carte da giuoco? Ho fatta altrove menzione (t 4 p. 191) del Trattato del Governo della famiglia scritta nel 1299 da Sandro di Pippozzo di Sandro, di cui conservava un codice a penna Francesco Redi. Or nel Vocabolario della Crusca, ove si parla delle carte da giuoco, recasi questo esempio cavato dal suddetto Trattato: Se giucherà di denaro, o così, o alle carte gli apparecchierai la via, ec. E nell’ indice degli autori nel Vocabolario stesso citati, nel far menzione di questo Trattato, si accenna appunto, oltre alcuni altri, il codice che aveane