Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/59

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TEIlZO 12^3 fila non fu miglior imitatrice di Saffo che di Penelope, non può aver gran diritto ad essere annoverata fra le poetesse. Non così l'altra Isotta, che fu donna per onestà non meno che per sapere rinomatissima, figlia di Leonardo Nogarola e di Bianca Boromea padovana. Di lei ragiona il March MafFei (Ver. illustr. par. 2), il quale accenna gli elogi di cui molti scrittori di quel secolo l’hanno onorata, come donna ben istruita in tutte le scienze, e anche nel verseggiare eccellente. Ad essi io aggiugnerò quello di Costanza da Varano nominata poc’anzi, la quale avendo vedute molte lettere d’Isotta, e ammirata avendone l’eleganza e la gravità, le scrisse una lettera piena di lodi, che si ha alle stampe colle altre lettere ed orazioni della medesima (Lazzaroni, Miscell t. 7, p. Quando Lodovico Foscarini dottissimo patrizio veneto fu podestà in Verona nel 1451, Isotta ancora intervenne alle assemblee degli eruditi ch’ egli godea di raccogliere per udirli disputare tra loro; e in una di cotai conferenze essendosi disputato se la prima colpa dovesse attribuirsi più ad Adamo che ad Eva, Isotta fu di questo parere; e la disputa su ciò da essa tenuta fu poscia stampata in Venezia nel 1563 insieme con un’elegia della medesima Isotta; intorno a che, oltre il march Maffei, veggasi il P. degli Agostini (Scritt. venez. t. 1, p. 58, cc.). Il primo di questi scrittori accenna ancora altre opere d’Isotta, che sono inedite, e ad esse deesi aggiugnere il principio di 1111’ora zinne in lode di S. Girolamo, che conservasi in questa Tikaboschi, Voi. IX.