Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/66

Da Wikisource.

1 a8o LIBRO indirizzata Cassandra. Dopo aver cominciato con quel verso di Virgilio: O decus Italiae virgo, quas dicere grates, ec., e dopo aver detto quanto sia cosa ammirabile che una fanciulla in sì tenera età sia giunta a saper tanto, così continua: (l. 3, ep. 17): Tu scrivi, o Cassandra, lettere piene di sottigliezza d ingegno e di latina eleganza, e non meno leggiadre per una certa fanciullesca e verginale semplicità, che gravi per prudenza e per senno. Ho letta ancora una tua orazione erudita, eloquente., armonica, maestosa e piena di gran talento. Nè ti manca l arte di arringare improvvisamente, al che non giungon talvolta i più eccellenti oratori. Mi vien detto inoltre che nella filosofia e nella dialettica sei inoltrata per modo, che, e avvolgi altri in gravissime difficoltà e sciogli con felicità ammirabile quelle che a tutti eran sembrate insolubili, e che difendi, o combatti, secondo il bisogno, le proposte quistioni, e fanciulla qual sei non temi di venir a contrasto cogli uomini in tal maniera, che nè dal sesso ti si sminuisce, il coraggio, nè dal coraggio la modestia, nè dalla modestia l ingegno. E mentre tutti ti esaltano con somme, lodi, tu ti confondi, e ti umili per modo, che abbassando a terra i verginali sguardi, sembri che abbassi ancora la stima in cui ti hanno. Oh chi mi conduce costà, perchè io possa, o Cassandra, conoscerti di presenza, e rimirare il tuo portamento, il tuo abito, i tuoi gesti, e udir le parole che a te sembrano dettar le Muse! Così continua il Poliziano ad esaltarla con somme lodi, e finisce augurandole un tal marito clic