Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/88

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i3oa libro egli è detto cavaliere Gerosolimitano. Un’ elegia a lui indirizzata abbiam tra quelle di Battista Guarino (Carm. p. 80), in cui lo loda come valoroso poeta: Laudivi celebres inter numerande Poetas, Quos sacra Cyrrhei nutriit unda lacus. Quindi continua in essa a dirgli che ha ricevuta la lettera da lui scrittagli, accenna che Laudivio avea abbandonata Ferrara costretto dalla sua povertà, lo esorta a sperar da’ suoi versi fortuna migliore, e lo consiglia per ultimo a rispettare in essi Guarino il padre, di cui forse Laudivi o non mostrava di aver molta stima. Ma null’altro di lui sappiamo. Di lui parla anche il Pontano, come di un tra coloro che componevano l’ accademia del Panormita; il che sempre più ci conferma ch’ ei fosse natio del regno di Napoli. Ma egli ce lo descrive come uomo vanaglorioso e gonfio del suo sapere, e poeta di assai poco valore: inanissimi simul hominis et inertissimi Poetae (De Serm. l. 6, p. 103, ed. Flor. 1520). Finalmente il sopraccitato march Maffei parla (l. c.) di una tragedia latina di Bernardino Campagna sulla Passione di Cristo da lui dedicata al pontef Sisto IV (a). (a) 11 eh. sig. co can Avogaro da me più volte lodato mi ha comunicati due epigrammi inediti di Girolamo Bologni, ne’ quali loda come scrittor di tragedie Tommaso da Prato cittadino Trivigiano; e in uno singolarmente afferma ch’ egli prima di ogni altro avea ardito di calzare il coturno e di scrivere una