Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/106

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<)2 LIBRO assai. La poesia ancor le fu cara e Giulio Bidelli, e lei dedicando le sue Rime nel 1551, la dice donna più di ogni altra atta a ben giudicarne. Nelle Rime di diverse donne raccolte dal Domenichi se ne hanno alcune d Ippolitae il Quadrio afferma (Stor. della Poesia, t. 2, p. 362) ch essendo ella morta nel 1563, molti poeti la piansero, e le lor rime furon raccolte da Antonio Securi (a). Ella fu moglie prima di Fabbrizio Colonna, poi di Antonio Caraffa duca di Mondagrone, di cui il Quadrio medesimo dice (ivi, p. 251) di aver vedute alcune rime. Cesare figliuolo e successor di Ferrante fu fondatore dell’Accademia degl'lnvaghiti di Mantova, e meritò le lodi di Torquato Tasso che nel suo Trattato delle Dignità, parlando delle accademie, dice: Dal medesimo Pontefice (Pio IV) fu con molti privilegi onorata quella degli Invaghiti, di cui fu Protettore il Signor Cesare Gonzaga, Principe di alto ingegno, e di maturo giudizio, e di somma prudenza, amatore de Letterati e de Poeti grandissimo, a' quali porgeva non solo materia, ma comodità di scrivere e di poetare (Op. t. 3, p. 129, ed. Fir. 172 4)• E più chiaramente nella prefazione di Giulio Castellani alle Poesie italiane e latine di diversi in morte del cardinale Ercole composte nel 1563, in cui essa accadde, e stampate in Mantova fanno seguente, e dedicate a Cesare: Illos tihi (a) I)'Ippolita Gonzaga ha scritta esattamente la Vita il 1’. Ireneo Allò, inserita prima nella Raccolta ferrarese di Opuscoli (l. 6, p. 4'"»), <* poscia con più aggiunte ristampata in Guastalla nel 1781.