Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/112

Da Wikisource.

ytt LIBRO elegia in morte di Luigi abbiamo nelle Poesie del conte Niccolò (d'Arco, in cui lo introduce a parlare colla vedova sua moglie Lisabetta figlia del duca di Traietto (Nicol. ArchiiCarm. I. 3, carm, 1). E in essa fra le altre cose rammenta i suoi studi poetici: Tecum intermissas meditabar visere Musas, Aptare et Lyricis carmina Tusca modis. Carmina nani recolo, quae (dum fera classica cessant) Luci Pieridum non renuente choro. Nec Phoebaea minus colui, quam Martia signa; Utraque et hinc meritis laurea parta meis. Vuolsi però avvertire che non è sì agevole l accertare quali tra le poesie che van sotto il nome di Luigi Gonzaga, debbano attribuirsi a lui, trattene quelle nelle quali veggiamo aggiunto il soprannome di Rodomonte. Perciocchè un altro Luigi fu a questi tempi in quella famiglia, ma non sappiam di qual ramo, che visse più anni dopo Rodomonte (*). Di lui parla (*) Non due soli, ma tre Luigi Gonzaga furono al tempo medesimo: uno fu Luigi figlio di Rodolfo quartogenito di Lodovico marchese di Mantova. signore di Castiglione delle Stivi ere e di CastelgiuflVedo, marito in prime nozze di Ginevra del co. Niccolò Rangone, vedova di Giangaleazzo di Correggio, e poi di Caterina Anguissola, da cui nacque d Ferrante padre di s Luigi. Ma da lui non sappiamo che fosser coltivate molto le lettere. Un altro fu Luigi figlio di Gianpietro Gonzaga discendente da Corrado nipote di Luigi pi uno capitano di Mantova, marito prima di Agn« se Torelli, poi di Isabella Lampugnani, da cui ebbe tre figli, Silvio, Claudio e Curzio autore del Fido.Amante. Di lui parla il Campana nel luogo da me citato, e il co d' Arco nell epistola in cui accenna la morte del duca Federigo, e a lui pure è diretta la lettera qui da tue