Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/232

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V. Gru» m^rn dì rad mi io liot'igna. LIBRO quibus et scribendis, et memoriae mandandis mirabiliter elaborat. Mecum omnes egerunt vehementer, ut adscriberer in eorum numero, quod ego ea tantum conditione factutum dixi, si vellent loqui ex tempore.: ìaborem mandai idi memo ri ae. orationes reservare veris actionibus; in fictis causis, et. in illa commentitia exercitatione nolle.mscipere; qtiare adirne co nude.?da carco (Pogian. Epist. t 3, p.'395) Delle altre accademie romane di questo secolo, delle quali ragiona il Quadrio (l. c.), cioè di quella degl Intrepidi, istituita circa il 1560, di quella degli Animosi, fondata circa il 1576, di quella degl’ Illuminati, a cui diede principio verso il 1598 la marchesa donna Isabella Pallavicina, e di quella degli Ordinati raccolta da Giulio Strozzi fiorentino i:i casa di Giambattista Dati pur fiorentino, eletto cardinale nel 1598, io non ho che aggiugnere a ciò ch’ egli e gli altri scrittori da lui citati ne dicono. V. Fra le altre città dello Stato ecclesiastico niuna ebbe in questo secolo accademie in mag,n gior numero che Bologna. In fatti Bartolommeo Ricci, scrivendo a Sebastiano Regolo dei vantaggi che da tali adunanze derivano, loda singolarmente le accademie in quella città istituite, mostra quanto copiosi frutti ne vengano alla letteratura, accenna insieme i danni che per avventura ne potrebbon nascere, e propone un metodo con cui renderle sempre più vantaggiose (Op. t. 3, p). 91). Di quella fondata nel 1511 da Gianfiloteo Adulimi, e delta del Viridario, io non trovo altra notizia che il cenno