Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/240

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226 LlbllO di questo medico afferma solo (l. c. t 2, p. 56) ch’ei fu ascritto all accademia degli Sfregiati, la cui origine, secondo il Quadrio, appartiene al 1606. Io non ho monumenti che rischiarin meglio le cose, le quali finalmente non sono di sì grande importanza, che dobbiamo trattenerci a lungo nel disputarne. Vili. Prima ancora che in Roma e in Napoli, - eransi lo scorso secolo vedute accademie in . Firenze, la qual città era stata la prima a darne all’altre l’esempio. La celebre Accademia platonica fondata già da Cosimo il padre della patria, poscia sostenuta e promossa da Pietro e da Lorenzo de’ Medici, dal Ficino, dal Poliziano e principalmente da Bernardo Ruccellai, che nelle sue case e negli ameni suoi orti le diede ricovero, era ancora ne’ primi anni di questo secolo fiorente per numero e per valor d’accademici, fra’ quali erano Francesco da Diacceto, Pier Martelli, Francesco Vettori, Niccolò Macchiavo!» li. Cosimo Rucellai, Jacopo da Diacceto, Luigi Alamanni e Zanobi Buondelmonti. Ma una congiura in cui alcuni di essi ebbero parte, ordita nel 1522 contro il cardinale Giulio dei’Medici, che fu poi Clemente VII, allora governatore della Repubblica di Firenze, la morte a cui fu perciò condannato Jacopo da Diacceto, la fuga che per salvarsi dovetter prendere l’Alamanni e il Buondelmonti, e la confusione e il terrore che si sparse fra tutti, fece disperdere e sciogliere interamente quell accademia. Di questo fatto ragionano a lungo tutti gli storici fiorentini di quell’età, e singolarmente il Nardi (Stor. fior. l. 7), e dopo essi il co. Muzzucclielii (Slrilt.