Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/241

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¡uil. t. i, par. i, p. u.j(5) e il canonico llandini (Specimen Liberai, Fior. t. 1, p. <jG). Appena però Cosimo I fu pacifico signor di Firenze, e videsi a quella città renduta la tranquillità e la sicurezza, che tosto i molti uomini eruditi che ivi erano, ripigliarono il lodevol costume di formar radunanze, per animarsi a vicenda

al coltivamento delle belle arti. Se non che ove

l'Accademia platonica era singolarmente rivolta ai’ filosofici studi, le accademie che in questo secolo si venner formando in Firenze, si occuparono, più che in altro, negli studi dell amena letteratura. La prima fu quella che nel 1540 cominciò a raccogliersi in casa di Giovanni Mazzuoli soprannomato lo Stradino, detta dapprima degli Umidi, poscia tre mesi appresso distinta col nome più onorevole di Accademia fiorentina. Tra’ primi che la composero, veggiamo oltre più altri Cinzio d’Amelia romano, Niccolò Martelli, Filippo Sai veti i, Anlonfrancesco Gruzzini detto il Lasca, Cosimo Bartoli, Pierfrancesco Giambullari, Giambattista de Ricasoli vescovo di Cortona, Giambattista Gelli, Filippo del Migliore ’, dietro a quali vennero poscia quanti ebbe Firenze nel corso di questo secolo uomini di leggiadro ingegno e di molteplice erudizione. Il principal fine di questa accademia fu l illustrazione e la perfezione della lingua toscana, e fu perciò stabilito che si facesse studio singolarmente sulle Poesie del Petrarca. Quindi ne vennero le tante lezioni che abbiamo su sonetti e sulle canzoni di esso e di altri autori toscani, e tanti altri discorsi intorno