Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/252

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2 38 LIBRO poiché il Calcagnoli fu morto nel i5fi j ella si sciolse, e sarebbe del tutto perita, se Alfonso Calcagnini non l avesse fatta risorgere con altro nome appellandola de Filareti. Di questa abbiam più distinte memorie. Bartolonv. meo Bicci, di cui abbiam più lettere scritte ad Alfonso, in una di esse, che non ha data, si rallegra con lui che stando in campagna abbia dato principio alla sua accademia, a cui interveniva egli co suoi figliuoli, il Lollio, il Frizzolio ed altri; descrive le lor radunanze, i lieti loro passeggi e gli eruditi discorsi che vi si tenevano; e duolsi che non possa lasciar la città, per venirsene a star con loro (Ai, Op. p. 517). Invitato poscia da Tommaso Calcagnini ad entrare in quell accademia e a frequentarne le assemblee ne dì festivi, egli con altra sua lettera se ne scusa, arrecando a sua discolpa l’età avanzata ili ornai sessantucinque anni, e gli affari ne' quali dovea occuparsi (ib. p. 526). L’età del Ricci qui indicata ci fa conoscere a qual anno appartenga quest’ ultima lettera, perciocchè essendo egli nato, come a suo luogo diremo, nel ei dovette scriverla nel 1554 Abbiamo inoltre due orazioni dette da Alberto Lollio nella medesima accademia, e stampate la prima volta in Ferrara nel 1555, in lode della lingua toscana la prima, la seconda della concordia. Nell’ esordio di questa egli, dice, che veggendo che dopo la morte di Celio la nostra fioritissima Accademia degli Elevati era andata in ruina, e conoscendo le difficoltà che a formarne un’ altra si attraver-, savauo, appena egli sperava di vederla risorta;